La pace è la strada

DIARI DI PACE

01/01/2008 18:36

Vi presentiamo in questa sezione alcune testimonianze relative all'esperienza della Marcia Perugia Assisi tenutasi nello scorso Ottobre 2007.


PRIMA TESTIMONIANZA:

Siamo arrivate a Perugia sane e salve! È la prima volta che guido per un tragitto così lungo, e sono contenta che sia andato tutto bene. Siamo riuscite a non perderci, e nonostante la stanchezza per il viaggio non c’è nervosismo…

Dopo cena siamo andate a fare un giretto per il centro storico di Perugia. È stato emozionante tornare dopo mesi, nei luoghi che già avevo visto nell’occasione di un’altra esperienza forte, qual è il “Convegno dei giovani” che organizza la Cittadella di Assisi. In quell’occasione avevo altri compagni di viaggio, ma lo spirito, l’entusiasmo e la curiosità sono gli stessi di oggi.

La piazza stasera era piena di gente, e mentre passeggiavo mi guardavo intorno e pensavo a quanti di quei ragazzi che vedevo incontrerò domani all’Onu dei Popoli. Questa è stata una settimana molto intensa. Siamo partite con già un’esperienza significativa nel bagaglio: l’incontro con i Combattenti della Pace Bassan A.A. Aramin, palestinese, e Idan Meir, israeliano, venuti a Padova martedì per la Giornata mondiale della Nonviolenza, e che dovremmo incontrare anche qui nei prossimi giorni. Entrambi hanno fatto parte degli eserciti dei loro paesi. Bassan è stato 7 anni nelle carceri israeliane, ed ha perso una figlia, uccisa da un soldato israeliano. Mi ha sconvolto come hanno descritto la situazione in Israele: trovo pazzesco che i giovani che incontrano nelle scuole, non sappiano la verità sull’Occupazione. Anche in Israele l’influenza dei media è molto forte, e purtroppo questi sono in mano ai generali dell’esercito, i quali fanno di tutto per aumentare la percezione del pericolo palestinese da parte dei cittadini israeliani. I giovani si lasciano abbindolare, e molti vogliono entrare nell’esercito, già dall’età di 17 anni. La guerra dappertutto continua ad essere un affare molto redditizio!

Beh, ora è tempo di andare a dormire, domani ci si alza presto. Notte…

 

7° ASSEMBLEA DELL’ONU DEI POPOLI

Tutti i diritti umani per tutti

 

5/10/07 ore 9.30

Ed eccoci qui, pronti a cominciare… Alle 8.25 eravamo già arrivate, per paura di non riuscire ad entrare, e invece al momento non sembra esserci tantissima gente. Però è davvero bello tutto il colore che c’è qui: gente di ogni nazionalità, vestiti di tutti i tipi (da quelli tradizionali dei popoli, alle divise degli scout, alle magliette della pace…). Mi imbarazza da morire dover usare le cuffie per la traduzione: in mezzo a questa globalità vera ed evidente, mi sento molto ignorante ad avere il limite della lingua!

 

Ore 23.30

Siamo sfinite!! La giornata è stata veramente intensa!

Gli interventi della mattina sono stati un pò troppo teorici, per cui mi è piaciuto quando Doudou Diène, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza (un esperto, e non un funzionario, come ha tenuto a precisare), ha richiamato i vari relatori ad essere più concreti e propositivi. Ha avuto il coraggio di gridare la sua indignazione per come vengono strumentalizzati i Diritti Umani oggi: i media ormai ci danno “una gerarchia di come percepire il dolore degli altri, e questo è grave”! Improvvisamente tutti sono solidali con la Birmania (nonostante siano anni che esiste la dittatura), e nessuno sa delle persone uccise in Guinea la settimana scorsa… Per non parlare di tutte le guerre e delle violazioni dei diritti delle persone in moltissimi altri stati del mondo! Oggi sono state raccontate un sacco di storie che meriterebbero lo stesso risalto sui media… In Sierra Leone ci sono state forti violenze contro i civili, ma la Comunità Internazionale è rimasta indifferente: non è stato alzato un dito per fermare la violenza contro le donne, fino a quando dei soldati britannici non sono stati rapiti, allora ci si è accorti di quello che stava succedendo. In Zimbabwe c’è ancora la dittatura, ed un’inflazione paurosa che provoca 4.000 morti per fame alla settimana (più che in Iraq), eppure nessuno ne parla. Nella Repubblica Democratica del Congo ci sono stati 4.000.000 di morti nell’ultima guerra, ma la stampa internazionale ha nuovamente taciuto. Come possiamo permettere che siano tv e stampa a decidere per chi essere solidali, e chi invece dobbiamo ignorare?! Come Diène ha ribadito, “non ci sarà lotta per i Diritti Umani efficace se non ci sarà parità di trattamento delle sofferenze”. E bisogna fermare la tendenza a democratizzare il razzismo, che sempre più si sta affermando negli ultimi anni in nome della lotta al terrorismo e all’immigrazione clandestina.

La parte più dinamica della giornata è stata ovviamente il pomeriggio, dedicato agli ospiti provenienti dal continente africano. Le storie sull’Africa, raccontate dagli africani sono sempre bellissime (anche quando sono storie tragiche)! Mi ha colpito molto la forte autostima che hanno le persone che hanno parlato oggi, la loro volontà di riappropriarsi dei ruoli e delle possibilità che spettano loro. Il giornalista Melandri aveva esordito dicendo che non possiamo essere noi a parlare dell’Africa e a decidere quali sono i problemi dell’Africa: beh, i vari relatori hanno risposto da protagonisti, instaurando una specie di dialogo tra loro, riaffermando così la loro dignità e la loro indipendenza. Hanno descritto realtà tristi, ma anche riaffermato la volontà di risolvere i propri problemi da soli, perchè consapevoli di averne le capacità. Oggi l’Africa si sta sempre più militarizzando. Il resto del mondo diventa sempre più aggressivo per trovare forme di controllo su di essa e sui suoi prodotti, ma questo continente rifiuta le zone di libero scambio con l’Europa, gli Usa e la Cina e cerca di erigersi dei muri attorno per proteggersi. Il relatore dello Zimbabwe giustamente ha detto, dopo aver descritto la triste situazione del suo paese: “non vi dico di venire in Africa, ma di scegliere un Paese col quale collaborare. Non vogliamo la pietà, ma la collaborazione, il partenariato”. Il relatore del Sudafrica ha dichiarato: “nulla ci riguarda senza di noi, senza il nostro punto di vista. L’Africa deve decidere da sè” perchè ne è capace, perchè sa proporre anche esperienze positive. Nel suo Paese, dopo la liberazione di Mandela, si prova a garantire i diritti delle persone, e lui ne è un esempio, perchè pur essendo un disabile lavora in Parlamento. Stesso atteggiamento dignitoso ha avuto il relatore della Somalia, che sostituiva l’ospite inizialmente invitato, assassinato lo scorso 11 agosto (quanto saremmo stati patetici noi italiani, nel riferire una cosa simile?). In Africa si cerca di andare avanti, nonostante tutto; si prova a sistemare le cose, anche dopo terribili tragedie. In Rwanda sono stati “inventati” dei tribunali popolari che cercano di rendere giustizia alle vittime del genocidio, cosa non facile in un Paese dove tutti sono stati feriti. Ma si prova a “guarire le persone”, a lavorare sia sulle coscienze personali che sul benessere.

Una situazione drammatica invece, ancora una volta ignorata dalla stampa internazionale, la sta vivendo la R.D. del Congo: un paese scandalosamente ricco, dove 37.000.000 di persone (più della metà della popolazione) vivono con meno di 1$ al giorno. Il 30% dei bambini non è mai stato a scuola; le donne violentate e stuprate vengono respinte dalla società, e non trovano nemmeno strutture adeguate dove curarsi. Ma soprattutto, con le continue violenze sulle donne, si sta preparando un tacito genocidio per opera dell’AIDS, che viene volutamente ignorato dal resto del mondo, in attesa di mettere le mani sulle ampie ricchezze del Paese.

Cosa aggiungere a quello che ci è stato raccontato? Nemmeno Alex (Zanotelli) si è voluto inserire in questi racconti, in queste dichiarazioni… Ed ha preferito rivolgersi ai pochi occidentali presenti (troppo pochi per un evento mondiale come questo!!), perchè “è inutile pensare di fare l’elemosina all’Africa, siamo prima di tutto noi a dover cambiare stile di vita.

Sia l’oppresso che l’oppressore sono privati della loro umanità: ”. Ed Alex non si è perso in chiacchiere, ha fatto una semplice lista delle cose da fare: dire di no agli EPAC; cambiare la Bossi-Fini; fare una legge sull’asilo politico; regolare l’uso dell’acqua (nel 2025 due terzi della popolazione mondiale non avranno acqua potabile); non vendere più armi. Semplice!! Soprattutto in uno Stato dove la viceministra alla Cooperazione per il Ministero degli Affari esteri, l’On. Sentinelli, ha dovuto rispondere ad un’interrogazione parlamentare per spiegare perchè voleva partecipare al World Social Forum che si è svolto a Nairobi.

Come ho detto prima, è stata una giornata molto intensa… E’ difficile in queste occasioni, non sentirsi tutti parte di una sola grande famiglia, e rimanere estranei a tutto quello che ci viene raccontato. E allo stesso tempo è difficile dire quello che si sente dentro, quello che si prova in questi momenti!

Domani ci aspetta un’altra giornata impegnativa… E le mie compagne di viaggio stanno già dormendo… Le due comari che stasera volevano uscire!! Però che ridere con ste due… Notte!

 

6/10/07

Oggi la stanchezza si è fatta davvero sentire e non sempre è stato facile seguire i vari interventi. La mattinata era dedicata al Medio Oriente, per cui si sono alternati per lo più ospiti palestinesi e israeliani: hanno parlato delle loro esperienze e descritto la situazione, già tristemente nota, ma non hanno lanciato idee o proposte concrete. Spesso si sono ripetuti nelle cose che raccontavano, o negli appelli che facevano. Lo stesso Diène li ha rimproverati oggi pomeriggio, lamentandosi di aver sentito monologhi e non dialoghi, e chiarendo che “tutti gli appelli lanciati perchè si intervenga a risolvere la situazione erano rivolti all’Europa, quando qui in sala era presente anche il resto del mondo: questa non è la Comunità Europea, è l’Onu dei Popoli! Il discorso dev’essere globale, o si perde il senso della manifestazione”. Certo, si è trattato di testimonianze forti che non potevano lasciare indifferenti, come quella della palestinese Wafa Rahman, che ha dovuto aspettare otto anni per poter rivedere i genitori che abitano a due ore di macchina da casa sua, mentre le sono bastati tre giorni per ottenere il permesso per venire in Italia… Quando ha detto “io non posso dire di essere amica degli Israeliani, loro sono i nemici, ma proprio per questo dobbiamo parlare” si è percepito tutta la difficoltà di far comunicare due popoli che si sentono feriti. Sanno perfettamente che la strada obbligata è quella del dialogo, ma hanno troppa paura l’uno dell’altro per intraprenderla.

Nemmeno fuori da Israele i Palestinesi possono muoversi liberamente: in Libano non possono spostarsi senza permesso, non possono associarsi, non hanno diritto a beni propri, hanno 75 professioni vietate loro, e soprattutto non accedono alla sanità pubblica, perchè in quanto profughi, l’assistenza medica dovrebbe essere fornita loro dalle Nazioni Unite. Difficile parlare di dialogo a persone a cui forse non si può negare il diritto di provare rancore!

Ad essere molto più pratico è stato invece il “nostro” Petrella, che ha voluto fare tre proposte: a) dopo che il 19° secolo è stato quello della formazione di una coscienza europea, ed il 20° quello della formazione di una coscienza sociale, vorrebbe che il 21° secolo fosse quello della dichiarazione dell’illegalità della povertà; b) dato che le Nazioni Unite ormai rappresentano solo la volontà dei singoli stati, e non quella dell’umanità, non servono più a nulla, e lo dimostra il fatto che gli obiettivi del Millennio sono un totale fallimento. È tempo quindi di prenderne le distanze, ed avere il coraggio di dichiarare che i principali attentatori ai Diritti Umani nel mondo sono gli Stati Uniti; c) dato che si fatica a raggiungere assieme tutti i Diritti Umani, bisogna porsi come meta un diritto in particolare, e fare di tutto per raggiungerlo: lui propone, ovviamente, il diritto all’acqua. Ad essere sincera non sono molto d’accordo con quest’ultima posizione, non penso sia possibile raggiungere alcuni diritti tralasciandone altri: i Diritti Umani hanno senso solo nella loro globalità. Ma è certamente apprezzabile la concretezza del suo intervento.

Dopo di lui si è data voce ai relatori dei Paesi che non avevano trovato spazio fino a quel momento, in particolar modo all’America Latina, ma il taglio degli interventi è riamasto comunque sul teorico.

 

Peccato che i media non abbiano dato alla manifestazione il risalto che meritava, perchè al di là dei relatori, sicuramente tutte persone di un certo calibro, e dei temi trattati, decisamente attuali, il solo fatto di avere rappresentanti da tutto il mondo che si ritrovano in una tavola comune, con lo stesso peso e gli stessi spazi per esprimersi e per dialogare, dovrebbe bastare come notizia da prima pagina!! Se non si riesce a capire che queste sono le manifestazioni che veramente contano… Ö

 

 

MARCIA PERUGIA – ASSISI

 

7/10/07 ore 6.30

Allucinante doversi svegliare a ste ore! Soprattutto dopo che stanotte non ho dormito per niente a causa degli scout che avevano già iniziato a radunarsi sotto le finestre del nostro albergo, ed hanno cantato per tutta la notte (certo che anche questi avevano paura di far tardi alla marcia…)! Pazzesco che a ste ore sia già pieno di gente per le strade: salutata la nostra camera- banana (non era solo il colore giallo, anche il profumo, quando entravi, sapeva di banana) siamo riuscite a spostare la macchina giusto in tempo, prima che venisse bloccata dalla folla umana che si sta progressivamente riversando a Perugia. Un pò mi sento in colpa: tutti si dirigono a Perugia già dall’alba, e noi invece scappiamo a S. Maria degli Angeli. Così ci facciamo solo un breve tratto di marcia… Ci tocca, se voglio guidare fino a casa stasera… Però, sarebbe davvero bello farla tutta, insieme a tutte queste persone di tutte le età, arrivate qui da tutti gli angoli d’Italia, e alcuni anche dall’estero.

 

Ore 8.30

Mamma che sonno… E che freddo! Qua rischia di piovere… Siamo andate a farci un giro alla Porziuncola, ma è lunga ancora prima che arrivino Diego&co. Pensa se inizia a piovere: che pacco per chi è venuto giù apposta per la marcia!! E mi sento pure in colpa per Matias (un ragazzo angolano conosciuto ieri), che voleva tornare a casa, ma alla fine abbiamo convinto a restare e a farsi la marcia…

 

Ore 23.30

Che giornata pazzesca! Siamo rimasti tutta la mattina davanti a S. Maria degli Angeli ad aspettare l’arrivo del corteo: abbiamo visto le strade riempirsi velocemente, sfilare vari gruppi e associazioni, abbiamo conosciuto un folletto, cantato la canzoncina per far uscire il sole (nessuno ci credeva… ma alla fine ha funzionato, come sempre!), abbiamo riso e scherzato, conosciuto persone nuove… Mi sono proprio divertita!

Era bellissimo trovarsi in mezzo a tutta quella gente, che in fondo era lì perchè crede nei nostri stessi valori. Indossavamo tutti la maglietta della pace (io avevo faticato una cifra ieri per trovarla, e se non fosse stato per Francesca avrei pure litigato e me ne sarei tornata a casa senza!), tutti sventolavano bandiere colorate. Verso le 13 ci siamo inseriti nel corteo, anche se Diego voleva aspettare ancora perchè secondo lui quello non era il corteo ufficiale, ma all’ennesima telefonata di Matias (mi ha chiamato dieci volte per paura che non arrivassi: non mi sentivo più così in colpa…) finalmente ci siamo messi in marcia. Ad Assisi ci siamo ritrovati in mezzo ad un sacco di gente, ogni tanto ci perdavamo e dovevamo rincorrerci. Che bella Assisi! È sempre emozionante tornarci! Su alla Rocca noi ragazze abbiamo assalito le bancarelle che distribuivano cibo… C’erano i panini con l’olio di Libera, e i cachi regalati dalla Regione Sicilia. Abbiamo provato a cercare anche della cioccolata, ma niente da fare! Comunque ci siamo consolate con il rustico della mamma di Anna. Già, perchè sabato sera è arrivata anche la sorella di Anna per fare la marcia, e ci ha portato un sacco di roba buona da mangiare: infatti io e la Frà abbiamo cenato con la mozzarella di bufala e i pomodori napoletani. In fondo, la marcia della pace è anche questo! Ritrovarsi a metà strada e condividere quello che si ha. Beh, io e la Frà più che condividere forse abbiamo approfittato… Ma siamo estremamente grate!

Dopo pranzo ho passeggiato un pò con Matias, che nel frattempo ci aveva raggiunte, e le due comari hanno pensato bene di svignarsela e lasciarci soli… Era bello camminare in mezzo a tutta quella gente. Si respirava globalità, nel senso positivo del termine.

Anche la discesa da Assisi è stata in compagnia, e questo ha reso il ritorno un proseguimento della marcia, non c’era tristezza per la fine dell’esperienza. Si aveva voglia di ridere, scherzare, prendersi continuamente in giro. Poi il viaggio in macchina è stato tutto uno spettegolare: chissà risate che s’è fatto Diego alle nostre spalle…

 

Sono contentissima dell’esperienza fatta! E soprattutto di averla potuta condividere con due persone speciali come Anna e Francesca! E’ normale che certe esperienze aiutino i legami tra le persone, perchè si instaura una certa intimità, si è più disponibili a confidenze e pettegolezzi… Ma sono davvero contenta di avere trovato due amiche così!

E dato che ormai siamo alla fine dell’anno di servizio civile, ed è tempo di tirare le somme, posso davvero ringraziare il Gavci per tutte le esperienze che mi ha dato l’opportunità di fare, ma più di tutto devo ringraziare per le meravigliose persone che ho conosciuto, e fra tutti i miei compagni d’avventura! Siamo stati un gruppo splendido! Ghe se poco da fare… SEMO I MEJO!!


 

 

SECONDA TESTIMONIANZA:

Ore 16:00: Si parte!! Gavcine in missione speciale! Destinazione: Perugia per partecipare alla 7° Assemblea dell’Onu dei Popoli e alla Marcia della Pace.

Dopo settimane di attesa finalmente è arrivato il fatidico giorno della partenza. L’ultimo periodo non è stato troppo tranquillo per me, è stato un mese pieno di novità e di attività che mi hanno impegnata parecchio, non lasciandomi tanto tempo per riflettere e per riposare, ma il sapere di dover poi partire è sempre stato presente, come un sottofondo nei pensieri di ogni mia giornata. Il potere quest’anno, grazie all’opportunità offertaci dal Gavci, compiere questa esperienza, per la prima volta in vita mia, mi esalta. Sono poi contentissima di poterla condividere con Francesca e Moira! Mi dispiace invece per gli altri volontari che non sono potuti venire… nessun diario potrà descrivere loro l’emozione di poter partecipare ad un evento così importante e per il quale si riuniranno a Perugia persone provenienti da tutta Italia e da tutti il mondo.

Alle 21 arriviamo a Perugia. Il viaggio, pur essendo stato lungo e stancante, anche per la sottoscritta che ovviamente non ha guidato, per fortuna è andato bene. Quello che da tempo faceva da sfondo ai miei pensieri stava diventando più concreto man mano che ci avvicinavamo a Perugia. Dopo essere andate in albergo a posare le valigie, in una stanza dall’apparente odore di banana (percezione dovuta alla presenza degli orribili copriletti di colore giallo?!) usciamo per cena e a fare un giro per strade e stradine di una “Perugia by night” sicuramente più affollata di Padova… ma dopo si torna in albergo e si va subito a nanna perché domani la sveglia suonerà presto e sarà sicuramente una giornata pesante.

 

5/10/07

Questa mattina sveglia presto perché non sappiamo bene dove e quanto distante sia il posto in cui si terrà la conferenza, perché dobbiamo registraci e non sappiamo quanta folla ci sarà, e naturalmente perché io sono sempre la più lenta a prepararsi! Poi arriviamo, per fortuna senza problemi, al Palazzo dei Priori, facciamo la registrazione e ci viene consegnato il mitico pass, ricordo che sicuramente resterà attaccato alla parete della mia stanza a lungo, e la cartellina contenente tutto il materiale, altro trofeo! Peccato manchi la borsetta, alla quale ovviamente io aspiravo tanto… e credo anche Francesca! Una corsa per arrivare e siamo in netto anticipo! C’è ancora poca gente, gli ospiti internazionali sono già arrivati per cui c’è abbastanza movimento sulle scalinate e nella piazza, ma la sala, dal soffitto meravigliosamente affrescato, è quasi vuota. Nell’attesa che si riempia, l’inizio dei lavori viene ritardato ed io come al mio solito inizio a sbuffare…

Poi finalmente si inizia, ed in modo del tutto inaspettato, almeno per me che non ho mai partecipato ad una Assemblea dell’Onu dei Popoli. Non so se sia una prassi ma improvvisamente entrano in sala, suonando e cantando un’allegra canzoncina (per testi, musica e foto-ricordo dei “piumati” rivolgersi a Francesca), un gruppo di musicisti del Kenya, con i loro abiti tradizionali! Che bello! La mia prima reazione è stata sorridere a quell’apparizione. Non so descrivere l’allegria che ho provato in quel momento, il folcrore ha sempre il suo effetto! Peccato che l’Africa non sia però solo quello, e nelle ore successive ne abbiamo più che mai conferma.

Al di là di quest’inizio brioso e sui generis, la giornata si prospetta lunga ed intensa. La mattinata è dedicata ai saluti degli organizzatori, all’introduzione del tema di quest’anno, i diritti umani, e alla presentazione della struttura delle due giornate di lavoro, che si presentano dense, stimolanti e soprattutto ricche di ospiti internazionali. Pausa pranzo e poi nel pomeriggio, dopo la visione di un filmato sul Social Forum di Nairobi, che fa da spunto a parecchie riflessioni, si susseguono tanti interventi di ospiti stranieri provenienti da ogni parte dell’Africa (Congo, Randa, Zimbawe, Somalia, Senegal, Angola, Sudan, Liberia, Mali, Burkina Faso, etc..). Ciascuno descrive la situazione del proprio Paese, prospettando idee, soluzioni e volontà di collaborazione tra i diversi Stati africani per la risoluzione dei loro problemi.

Alle 19:30 si conclude questa prima giornata di convegno. Sono stanca di star seduta, ho perso parte della mia concentrazione ed ho troppe finestre aperte nella testa, tanti input che non so se sarò in grado di cogliere e accogliere… la pizza con la Nutella mi rianima e mi dà l’energia per affrontare la giornata di domani, che si prospetta altrettanto lunga ed intensa. Mi sorprendo a pensare quanto sia stata positiva l’idea di discutere e riflettere di Africa con e tra africani, quanto sia stato difficile organizzare ogni dettaglio per fare in modo che, nonostante le difficoltà che tanti relatori hanno riscontrato e qualcuno ha anche descritto, esponenti da tutta l’Africa siano riusciti ad essere presenti, ma forse si sarebbe dovuto offrire loro più spazio per raccontarsi e ci sarebbe stato bisogno di brevi pause, anziché continuare un’interminabile staffetta, alla cui conclusione io, ma presumo tutti, erano completamente fusi!

 

6/10/07

Ore 9:30, inizia la seconda giornata dell’Onu dei Popoli, stavolta quasi puntuale. Se ieri i protagonisti sono stati l’Africa ed i problemi inerenti la giustizia, oggi è il Medioriente il tema principale delle attività. Così come ieri, uno dopo l’altro, in interventi di circa cinque minuti ciascuno, così da lasciare spazio a tutti, intervengono relatori provenienti principalmente da Israele e Palestina. Ciascuno espone dal proprio punto di vista i problemi e le necessità a cui deve far fronte la società civile che si trova a vivere nei territori occupati, descrivendo disagi e rabbia per la violenza e la mancanza di libertà a cui sono sottoposti i Palestinesi, le cui attività quotidiane e le azioni apparentemente più banali si scontrano con ostacoli insormontabili.

Un filo conduttore di tutti gli interventi è stato manifestare il desiderio che tutti possano venire a conoscenza della verità sulla reale situazione che si presenta in Medioriente, a partire dalle nuove generazioni del luogo, alle quali i media presentano un’informazione distorta ed incompleta. Viene inoltre sottolineata la necessità di promuovere e sostenere un dialogo pacifico tra Israeliani e Palestinesi, a partire dall’esempio proposto da alcune realtà associative presenti in sala che sono impegnate su tale fronte. Questa parte del convegno, essendo probabilmente io un po’ informata, ed avendo già sentito testimonianze anche dirette e visti filmati, mi ha toccato particolarmente, anche se a lungo andare le tematiche e le problematiche proposte sono risultate un po’ ripetitive e poco propositive di soluzioni… forse perché non ce ne sono?! Mah!

Pausa pranzo e poi ripresa dei lavori nel pomeriggio, un pomeriggio altrettanto lungo, con oltre quaranta interventi degli ospiti italiani, dei rappresentanti dell’America Latina, che hanno però avuto poco spazio, dell’Asia e di chi non aveva avuto l’opportunità di intervenire nelle sessioni precedenti del convegno. Poi i lavori si chiudono e noi torniamo in albergo. Io sono veramente stanca. Incontro mia sorella con il suo ragazzo, che sono venuti a Perugia per la marcia e scoppio in un pianto nervoso, che non riesco a fermare. Per fortuna ci riesco, davanti ad una meravigliosa vellutata di fave, che non riesce però a risolvere i miei problemi intestinali… le ultime due giornate sono state veramente pesanti, sicuramente la fatica della marcia sarà poca cosa rispetto allo stress accumulato nell’ultimo mese e alla stanchezza degli ultimi giorni. E poi per quella sono davvero carica, è quello l’evento da me più atteso! Appena mi metto a letto crollo, non sento neanche i rumori della gente che si mette in marcia già all’alba da sotto il nostro albergo.

 

7/10/07

Ed eccoci arrivate all’ultimo giorno di questa nostra avventura a Perugia! Il giorno per me più atteso, in quanto, sebbene l’interesse per le tematiche trattate i due giorni precedenti nelle conferenze sia stato alto, sono le attività pratiche quelle che mi stimolano di più in questo periodo e come ho già detto è sempre stato partecipare alla marcia vera e propria il mio obiettivo principale. Unico inconveniente è che, ieri sera, dopo mille cambiamenti di programmi, abbiamo preso la decisione definitiva di non fare tutta la marcia, ma solo gli ultimi 8 km, a partire cioè da S. Maria degli Angeli. Questa cosa mi è dispiaciuta abbastanza perché essendo la prima volta avrei voluto avere la soddisfazione di poter dire a me stessa di averla fatta tutta! Ma forse, col senno di poi, è stato meglio così, altrimenti probabilmente non saremo mai arrivate ad Assisi in tempo, e soprattutto saremo tornate a Padova ad un orario assurdo.

Sveglia molto presto anche oggi per cercare di scappare da Perugia prima della chiusura delle strade. Arriviamo a S. Maria prestissimo, c’è poca gente in giro e soprattutto fa molto freddo… il cielo è coperto, chissà se uscirà mai il sole… si! Più tardi esce il sole, grazie forse alla canzoncina del raggio di sole cantata da Moira! Nell’attesa che il prete liberi Diego e gli altri, visitiamo la chiesa, facciamo un po’ di giri e soprattutto, incontriamo un folletto che a me mette tanta allegria con il suo forte accento campano e con i suoi fiorellini di bottiglie di plastica riciclate!

L’attesa è lunga, quanto avrei voluto già essere in marcia dalla mattina! Mi sembrano veramente ore perse quelle in cui siamo lì ad aspettare che il corteo arrivi. L’atmosfera si fa sempre più bella perché la piazza e i dintorni, dove di mattina c’erano poche persone, iniziano a riempirsi e a colorarsi di gente vestita di rosso e bandiere della pace. È veramente interessante pensare che tanta gente, di età e provenienza diversa, ciascuno con la sua propria motivazione personale o politica, sia lì riunita per partecipare allo stesso evento, per compiere lo stesso cammino, in nome della pace, anche se poi ovviamente ciascuno dà a questo termine il significato che vuole. Quando finalmente ci mettiamo in cammino, anche se il corteo principale non è ancora arrivato, sono strafelice, sono solo un po’ preoccupata perché è da venerdì, credo a causa delle troppe ore seduta al convegno, che ho male al ginocchio destro. La salita verso Assisi va bene, non è per niente stancante e anche il clima ci aiuta perché c’è il sole ma non fa troppo caldo. Il paesaggio che si vede salendo è meraviglioso ed è bella la sensazione di avvicinarsi poco a poco, di vedere davanti a me una massa di persone che cammina, e ancor di più girarsi dietro e vedere che la strada finisce ma le persone no… Ed è così che, salendo salendo, tra rallentamenti nelle strettoie e attimi di passeggiata più tranquilli, arriviamo alla Chiesa di San Francesco e poi finalmente, dopo l’ultimo sforzo per la salita più ripida, sulla rocca! La prima cosa che faccio arrivata su, quasi prima di guardarmi intorno e realizzare dove sono, è addentare una fetta di pane ed olio che ci offrono al volo. Mi guardo intorno, è veramente bello lassù, non ci ero mai salita in vita mia. Al di là di tutte le motivazioni teoriche, credo che Assisi sia veramente un paese perfetto per fare da sfondo ad un’iniziativa come la marcia della pace. Oggi un po’ meno vista la confusione che c’è ma già quando ci sono stata ad aprile per la prima volta ho avuto l’impressione che essere in quel posto emanasse una grande serenità.

Dopo esserci seduti ed aver mangiato qualcosa siamo andate un po’ in giro a visitare i banchetti, a fare qualche assaggino (immancabile elemento dei miei giri con Francesca…), e sotto il palco per il concerto. Mentre noi eravamo già su mi è arrivata la telefonata di mia sorella, la quale era partita da Perugia, che mi ha detto di essere appena arrivata a S. Maria degli Angeli e che, pur non essendo stanca, visto l’orario non sarebbe salita fino ad Assisi altrimenti si sarebbe fatto troppo tardi per tornare poi a Napoli. Lo stesso motivo per cui noi avevamo già da ieri poi deciso di fare solo l’ultimo tratto. Meglio così quindi, altrimenti ci saremmo perse anche noi l’arrivo alla meta! Mi ha fatto però un po’ di tristezza realizzare che, per mia sorella come per tutti gli altri partiti da Perugia, sia mancato il momento dell’arrivo, non tanto per il concerto, che non ho proprio seguito, ma per poter vedere tutti gli “arrivati” stanchi e sdraiati sul prato, e per l’atmosfera festosa che si respirava lassù, oltre allo splendido panorama.

Più tardi è iniziata la nostra discesa verso S. Maria per recuperare la macchina. Qui c’è stata, in base alla nostra mini-classifica personale, la visita al bagno peggiore di tutti e tre i giorni trascorsi a Perugia! Il viaggio di ritorno è andato bene, ovviamente eravamo tutti stanchi e non so come Moira abbia trovato le forze per guidare per cinque ore. Grande Moira! In macchina abbiamo chiacchierato tanto, anche di cose più o meno private, e onestamente non so come Diego abbia fatto a sopportarci! La mozzarella di bufala in autogrill è stata per farci perdonare! Anche se non so se io riuscirò a perdonare lui per avermi “costretta” a scrivere questo diario di bordo, non perché io non fossi abbastanza motivata o irriconoscente verso chi mi ha offerto la possibilità di vivere questa meravigliosa esperienza ma perché per una serie di motivi che non sto qui a spiegare perché ho già scritto troppo, faccio davvero fatica a mettere per iscritto quello che provo/penso/vivo… Poco dopo le 23:00 sono a casa; mi sembra di essere stata via un’eternità! Sono stati tre giorni intensi e vissuti al massimo, mi sembra di aver fatto tante, forse troppe, che sarà difficile assorbire, analizzare e catalogare nella mia testa a breve termine. La stanchezza, accumulata nei tre giorni, inizia a farsi sentire ma la gioia di quello che è avvenuto in quella giornata interminabile e nelle precedenti è tanta, ed è il sentimento predominante quando mi metto a letto e realizzo che da questo momento sono arricchita da un’esperienza in più, mi sento parte, dopo anni, di “quelli che partecipano alla marcia della pace” e credo che quella bandiera avrà per me un significato in più ogni volta che la vedrò.

 

 

 

 

TERZA TESTIMONIANZA:

Partenza da Roncaglia alle 16.00 circa, Moira e Anna stanno per raggiungermi in auto, ecco le vedo:menomale la valigia stava diventando pesante….Si parteeee…ognuna con la sua scorta alimentare ad allietare il viaggio.

Padova -Perugia: tempo stimato 5 ore. Tutto tranquillo per strada non c’è traffico e si procede bene…la Moira in superstrada schizza veloce io sono un po’ in ansia…i limiti di velocità diventano un optional…Siamo quasi a Perugia e indicazioni permettendo arriviamo in albergo finalmente!!

Wow ci hanno riservato una camera al gusto banana tutta gialla e aromatizzata!!! Ci sistemiamo…ceniamo, facciamo un giro per il centro di Perugia che è super animato di gioventù….

Buonanotte domani sarà una lunga giornata.

 

5-10-2007 Assemblea dell’Onu dei popoli

 

Sveglia ore 7,00 colazione e via verso Palazzo dei Priori per la registrazione alla Conferenza. E’ pieno di gente proveniente da ogni angolo del mondo, vestiti colorati e atmosfera esotica…ognuno con la sua storia e con la sua testimonianza.

La prima parte del convegno è dedicata ai Diritti Umani che sono poi il tema centrale dell’Assemblea di quest’anno. Si ribadisce l’importanza di includere i Diritti Umani nell’agenda politica di ogni stato e ad ogni livello. Si parla di interdipendenza dei diritti umani, e della necessità di garantire il rispetto tanto dei diritti civili quanto dei diritti economici e sociali. L’imperativo è “globalizzare i diritti umani. Il pomeriggio è dedicato all’Africa, viene data la possibilità a moltissime persone di parlare e descrivere quali sono realmente le situazioni che si vivono nei loro paesi di provenienza. Testimonianze tristi, di sofferenza che alla vigilia del 60° anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani pensavamo di non dover più sentire…invece…

In particolare mi colpisce chi ha il coraggio di affermare la necessità di evitare di gerarchizzare i diritti umani assoggettandoli all’attualità, e di ribadire quanto si sia democratizzato e legittimato il razzismo all’interno della nostra società dove si pratica una politica dell’immigrazione legata a vecchi stereotipi che tenta di negare il riconoscimento dell’identità di ogni singolo individuo.

Tutte le testimonianze del popolo africano sono legate ad un’unica consapevolezza: quella di essere un popolo forte, grande, degno di rispetto. C’è voglia di farcela, di superare le tante difficoltà che affliggono il paese, ma a me sembra che per quanto di buono si faccia c’è ancora tantissimo da fare e sono ancora troppi quelli che hanno solo interessi economici mascherati da buoni propositi. Beh si è fatto tardi, la conferenza è quasi finita… e sono anche un po’ stanca….. Albergo, cena, una passeggiata e a letto.

 

6/10/2007

Sveglia 7.30, colazione in camera a base di biscotti e succo, ah dimenticavo la Moira al mattino è intrattabile! menomale che c’è Anna…..ah ah ah.

Eccoci di nuovo nella Sala dei Notari per la seconda parte della conferenza.

Il tema di oggi è il medio oriente, in particolare il dovere di fare pace in medio oriente. Anche oggi la struttura del convegno è come quella di ieri: si susseguono le testimonianze di palestinesi e israeliani. Tutti sono d’accordo sul fatto che è doveroso instaurare il dialogo tra questi due popoli in continuo conflitto. C’è rabbia negli animi dei palestinesi, persone prive della libertà di spostarsi e prive della loro stessa identità incapaci anche solo di far visita ai propri parenti. C’è bisogno di un compromesso al quale devono sottostare i due popoli se davvero sono entrambi alla ricerca della pace.

A dire il vero il susseguirsi di testimonianze molto simili tra loro mi distrae un po’….

Qualcuno si rende conto che ci si sta spostando da quello che l’obiettivo della conferenza: fare proposte concrete per un’agenda politica della pace….

Sul tardi interviene anche Riccardo Petrella che afferma che il 21°secolo deve vedere la dichiarazione dell’illegalità della povertà e del fallimento degli Obiettivi del Millennio.

Sono tante anche le persone che pongono l’attenzione su tragedie nascoste e ignorate: Tibet, Guatemala, Colombia, Brasile, Birmania, Cecenia sono solo alcuni degli esempi di paesi in cui vi sono lotte continue per la libertà e il rispetto dei diritti di ogni uomo.

Siamo alla fine….tra una cosa e l’altra oggi qualche donzella si è anche concessa un flirt in Angola con un aitante fusto di mogano….vabbuò …..

Stasera cena campana: mozzarelle, rustico, pomodori io e Moira sul letto della stanza d’albergo. Anna ci ha abbandonate per una cena chiq sponsorizzata dalla sorella e consorte!!!

 

7/10/2007 Marcia della Pace perugia - Assisi 2007

Ci siamo la tanto sospirata marcia sta per iniziare, cominciamo la giornata svegliandoci alle 6:30 perché alle 7:30 dobbiamo lasciare in auto Perugia già invasa dalla folla. Ci dirigiamo verso Santa maria degli Angeli, arriviamo li prestissimo ma ne approfittiamo per guardarci un po’ intorno e visitare la chiesa. Intanto aspettiamo Diego, anche detto Marietto bau bau, e gli altri Gavciani che con calma dopo essersi abboffati a colazione ci raggiungono verso le 10:30. La nostra marcia sta per cominciare, alle 13 circa ci accodiamo al corteo. Si procede abbastanza speditamente, a parte alcuni tratti più stretti, molti cercano di tagliare per i campi, qualcuno rotola giù, qualcuno s’incazza perché non c’è rispetto dell’ambiente e delle piantine calpestate….in mezzo alla folla Moira è perseguitata dallo squillare del cellulare: è lui l’aitante moro che la cerca annebbiato dall’amore…lei è piuttosto irritata…

Scattiamo moltissime foto della foto e delle tante bandiere sventolanti nel cielo. La giornata è bella, non fa né caldo né freddo e il sole risplende! Tutti cercano di leggere per terra i nomi di quanti hanno contribuito alla ricostruzione di Assisi dopo il terremoto del’97 e scorgo anche dei nomi di genti delle mie parti.. La rocca si avvicina lentamente, è enorme e maestosa vista da qui sotto…

Siamo su, c’è musica, aria di festa, sul palco ci sono degli interventi e poi musica….io ed Anna andiamo in giro per banchetti ad assaporare cachi e pane con olio, acquisto anche una banana defaticante…quelli di altromercato le trovano tutte pur di vendere i loro prodotti equo e solidali….in giro si vede qualche radio e televisione, una radio mi chiede anche di esporre brevemente perché ho deciso di indossare la maglietta rossa, intanto Anna si nasconde e se la ride…Sinceramente ho detto le prime cose più banali che mi venivano in mente…diritti umani bla bla, libertà…. ma comunque basta crederci o no?!!

c’è da dire che intanto Moira passeggia con l’angolano tutta I love you

I gavciani sono in giro per la rocca e sembra che abbiano rivisto anche una vecchia conoscenza africana ospite di un loro convegno, Diego ovviamente ricorda una delle sue battute su questa persona di colore chiamata Rigobert: “rigoberto di cioccolato”…ma lasciamo stare Diego riserva ancora altre chicche… Sono le 17:00 ed è ora di cominciare la discesa e di riprendere il viaggio per Padova. Discesa in rapidità, presto in auto e via, sosta in autogrill, coda ai bagni…..in auto con noi c’è Marietto, che ci racconta un po’ le sue avventure polacche….sparlottiamo un po’… e lui fa presente di non essere sordo..in effetti avevo un tono di voce un po’ troppo alto!!! Sono stanca e siamo quasi a Padova…se volte saperne di più leggete i diari di Anna e Moira saranno di sicuro più precisi del mio….se poi non siete soddisfatti arrangiatevi….

ciao ciao cari lettori e a presto….



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